Dal mio alloggio, un po’ (solo un po’) come Anne Frank.

Pubblichiamo alcune pagine di diario dalla quarantena che ha forzato in casa i nostri ragazzi. Così ascolteremo da loro cosa significhi rimanere DENTRO, dentro se stessi a farsi compagnia con i propri pensieri e dentro casa con i propri familiari, obbligati a nascondersi dal nemico, un po’ come Anne Frank, che ha scritto pagine memorabili sulla sua clausura nell’alloggio segreto di Amsterdam (e ci ha dato un consiglio, per sopportare noia e paura: sois gentil et tiens courage!).

C’è una grossa differenza, però: gli ebrei come lei sapevano di avere un nemico personale, che cercava solo loro, con la complicità di tanti, fuori. A noi è toccata diversa, per fortuna: ci siamo sentiti solidali, tutti quanti, a fronteggiare una paura e ad affrontare un nemico nostro, sì, ma anche degli altri italiani, anzi, di tutti gli abitanti del pianeta. Speriamo che questa esperienza apparentemente isolata, in realtà comunitaria, ci faccia diventare migliori.

Della DAD, la Didattica a Distanza, i ragazzi parlano pochissimo: qualche cenno, all’inizio forse anche qualche emozione, quella che danno tutte le cose nuove, in realtà pratica scolastica emergenziale e tristissima, lontana, disastrosa o addirittura orrida, ‘l’orrida dad’, come dice una collega che ama le allitterazioni, ridotta a un interagire con il docente spesso solo nozionistico, rispetto al quale i ragazzi non sono coinvolti neanche un po’. 

Molti di loro, infatti, sono diventati sempre più tristi e passivi, perché gli è mancato proprio uno spazio fisico dove ‘metterci la faccia’. 

A scuola, quella vera, i ragazzi creano amicizie, dimostrano coraggio o viltà, comprensione o intolleranza, generosità o egoismo: imparano a conoscersi, a rapportarsi, a vivere con gli altri, proprio nel momento cruciale in cui stanno diventando adulti e presto la vita chiederà loro di fare sul serio. 

La scuola fisica, inoltre, è uno spazio democratico: perché le differenze, la povertà delle proprio case, ad esempio, non si vede, come invece nelle video-chat, o si vede meno, si può camuffare. A scuola tutti hanno la stessa casa: ognuno in un banco, con foglio, libro, penna. Lì i ragazzi sono tutti uguali e insieme. 

Poi lì devono sforzarsi, dare il meglio di sé: essersi alzati, lavati, aver preso un mezzo, essere arrivati ecco  e ora si devono alzare in piedi quando entra un docente: un gesto di cui adesso più che mai si riconosce il senso. C’è lì qualcuno per te, per tirar fuori il meglio da te e con te. Quel gesto, mi alzo in piedi, forse automatico, forse d’altri tempi, in realtà significa: ora comincia una cosa nobile, l’impegno di crescere e far crescere cittadini, con il contributo economico di tutti, anche di chi figli non ne ha; lo stare insieme a ragionare sul mondo, sui suoi strumenti e sui suoi sentimenti, sulle scelte passate, per acquisire la propria consapevolezza, in grado di poter un giorno trasformarsi in un personale nuovo contributo. 

Allora sì, anche per valutare, il docente riesce a cogliere un collegamento intelligente, una voce fuori dal coro, un confronto illuminante, che può venire anche da un neofita, da chi un testo/problema lo vede per la prima volta, e, senza orpelli critici, ne coglie subito l’urgenza e il movente. Ecco, è solo in uno spazio fisico condiviso che basta uno sguardo per capire…che i ragazzi hanno capito. Tutto ciò è scomparso.

Si sa, se lo si dice si passa per disfattisti: certo, sono stati fatti sacrifici, abbiamo cercato tutti, docenti e studenti, di imparare a comunicare, fare lezione, valutare, a distanza: nessuno disprezza questo sforzo; ma ora  il pericolo è che, per i ragazzi delle superiori, che non creano problemi alle famiglie in quanto possono essere lasciati a casa da soli, si preferisca anche a settembre questo metodo DAD, più sicuro per la salute, meno costoso per lo stato. Invece, se anche prima ci avessero chiesto cosa si dovesse cambiare nella scuola superiore, la risposta sarebbe stata unanime: una cosa sola, il numero di studenti per classe! Non si puo’ lavorare seriamente in 30. 

Adesso, dunque, bisognerebbe approfittare del virus maledetto e chiedere classi in presenza,  di 15 alunni, finalmente a norma, dove si possa stare distanziati, ma dove si possa anche finalmente stare insieme, attorno ad un testo, un problema, un esperimento, per davvero non per finta.

La docente di Lettere

Domenica, 1 marzo

Oggi poteva essere una domenica come tutte le altre, in cui ti preparavi lo zaino per il giorno dopo. Invece no, ormai è da più di una settimana che tutto sembra essere cambiato: le piazze vuote, i centri commerciali pure e le scuole chiuse.

Tutto ciò che la gente faceva in una normale domenica non si fa più: ad esempio le messe non vengono celebrate e neanche le partite di serie A, rinviate, e  l’unica cosa a cui si pensa è: “Che cosa ci potrà succedere?”.

Tutti, quindi, per paura, riempiono le dispense di cibo e si rinchiudono in casa.

Anch’io oggi, ma come tutta la settimana scorsa, sono in casa davanti alla tv a cercare di informarmi su quello che sta procurando il virus attorno a noi.

La mia giornata si svolge passando dal letto al divano e dal divano alla tavola e cosi via; inoltre la noia, suscitata dalla pioggia e dalla temperatura rigida di oggi, aumenta ancor più tristezza.

TOMMASO, ID

                                                                                                                                                 Martedì, 3 marzo

Caro Diario,

oggi io e mio padre siamo andati avanti con il lavoro in giardino, domani forse lo finiremo. Ormai la mia giornata è sempre la stessa: al mattino lezione e compiti, al pomeriggio, se i compiti sono tanti li finisco, poi gioco un po’ ai videogiochi e aiuto mio padre. Mi mancano le mie giornate piene di corse, mi mancano tante persone, ma soprattutto mi manca lo sport. Infatti per me lo sport è uno sfogo, che mi libera dalle ansie e da tutti i pensieri della giornata. Ho appena finito di guardare un film con i miei genitori e adesso vado a letto. A domani caro Diario.

                                                                                                                                                  Sabato,  14 marzo

Caro Diario,

oggi mi sono svegliato pieno di energia, avevo voglia di fare, di muovermi. Allora io e mio padre  siamo andati in giardino e abbiamo finito il lavoro che stiamo facendo già da giorni. Sono felice di aiutare mio padre. Questa quarantena potrebbe essere un ottimo modo per passare del tempo con la propria famiglia. Io con i miei genitori ho un rapporto bellissimo, ma so che certi miei amici non sono fortunati come me. Quindi spero per loro che questa quarantena possa migliorare il rapporto che hanno con i loro genitori. 

Per il resto ho seguito sempre la mia routine più qualche esercizio di ginnastica per mantenermi un minimo in forma. Adesso sono molto stanco. A domani caro Diario. 

Leonardo, ID

                                                                                                                              Domenica, 15 marzo

Caro diario, oggi abbiamo pulito tutta la parte della soffitta e del tetto: era bellissimo là sopra, sembrava di volare. La sera abbiamo fatto il barbecue. Che dire, questo weekend abbiamo esagerato un po’ con il cibo.

Thomas, ID

                                                                                                                   Mercoledì, 25 Marzo

Caro diario,

esattamente oggi è finita la mia quarantena con mia mamma soltanto che mi metteva veloce il cibo sulla scrivania! Dopo questi infiniti 15 giorni posso uscire dalla mia camera e vedere un’altra stanza della casa!

Per fortuna non ho avuto alcun sintomo, anzi, sono stata benissimo. Purtroppo non è stato lo stesso per la mia amica che è risultata positiva insieme a sua sorella e a suo papà, il quale, da quello che mi ha scritto, è stato in ospedale con 39,5 di febbre e con la polmonite; lei invece rinchiusa in camera per 20 giorni. E’ veramente giù di morale: vede i suoi amici attorno ai giochi da tavola con la loro famiglia, quando lei può solo parlare da una camera all’altra attraverso la porta chiusa. In questo periodo le sto facendo compagnia con le videochiamate e in qualche modo riesco a farla sorridere: mi dispiace tantissimo che stia passando tutto questo.

A me, appena questa mattina sono uscita, non è sembrato vero di vedere delle persone, ma perfino gli altri mobili della casa rispetto al letto e la scrivania di camera mia, e soprattutto il mio bellissimo giardino.

Devo dire che questi 15 giorni di isolamento preventivo mi sono serviti, perché ho riflettuto molto su alcune cose a cui prima non davo importanza: mi sono dedicata un pochino a me stessa ed era da tanto che non lo facevo, visto che non avevo mai tempo.

Quando sono andata fuori in giardino è stata un’emozione bellissima poter toccare l’erba  con i piedi, respirare dell’aria fresca e sentire i raggi del sole che mi sfioravano la pelle; però ho sentito anche una cosa stranissima: il silenzio. Le strade deserte, la gente che si parla da un balcone all’altro e il rumore dei motori sostituito da quello degli uccellini.

Da quel momento ho capito che siamo proprio nel bel mezzo della pandemia, non si è mai vista una cosa del genere:i negozi chiusi, la scuola chiusa e le persone a casa dal lavoro.

E’stranissimo vedere alla mattina  tutti i ragazzi connessi per fare video lezioni, le persone che fanno palestra in videochiamata, le file infinite per fare la spesa e soprattutto alla tv gli ospedali pieni e le persone pian piano morire.

Io in questa quarantena ho capito l’importanza di un semplice abbraccio, l’importanza di andare a casa della nonna e  di vedere gli amici; veramente spero che tutto questo finisca presto per festeggiare e poter dire che ormai il Covid 19 è solo un ricordo.

Chiara, ID

                                                                                                Giovedì,  26 marzo

Caro Diario,

quest’oggi ho fatto una chiamata con la prof di italiano e devo dire che mi ha fatto veramente bene rivederla con quel suo sorriso, ma è bastata una sua sola domanda su come stavamo, se avevamo dispiaceri, per farmi ricordare qualcuno a me caro che purtroppo non ce l’ha fatta, hai presente la mia bis-nonna di cui ti ho parlato due settimane fa? Ecco, proprio lei. Ma a dir la verità non ero il solo ad aver perso qualcuno in famiglia, si sono fatti avanti altri sei miei compagni e questo mi ha rattristato parecchio.

Matteo, ID

Mercoledì, 1 aprile

Caro diario, 

oggi sto preparando le valigie, perché abbiamo deciso di trascorrere due settimane al mare senza più pensieri per la testa.

Scherzo dai… pesce d’aprile, hahah!

In realtà mi sarebbe piaciuto molto, ma posso solo viaggiare nella mia mente e immaginare di essere su una spiaggia con i miei amici felici e spensierati a divertirci fino all’alba, come l’estate scorsa, quando ancora non c’era il coronavirus.

Anche oggi, come tutti i giorni d’altronde, mi sono messa a fare esercizi per il corpo insieme alla mia amica in video-chiamata; in più, sfortunatamente, ci hanno dato da fare delle espressioni aritmetiche, e, anche se non ci ho capito niente, mi è toccato farle.

Camilla, ID

   Venerdì,  3 aprile

Cara Spritz,

oggi è un giorno particolare perché questa mattina quando mi sono svegliata, sono scesa in cucina e per sorpresa ho trovato… mia nonna! Una sorpresa bellissima perché in questa quarantena le stava venendo un po’ di depressione, dato che vive da sola e lontano da tutti. Ci stavamo malissimo per questa cosa, allora mia mamma l’ha portata a casa nostra. In realtà siamo ancora in quarantena e non si potrebbe, però, vederla così ci dava troppo dispiacere e penso che abbiamo fatto bene a trasgredire questa regola, perché le conseguenze le conoscevamo e ci siamo presi la responsabilità dei rischi. Adesso che è qui mi sento molto meglio e vedo che anche lei si sta riprendendo, siamo tutti più sollevati e rilassati. Alla fine lo abbiamo fatto per una giusta causa, non come certe persone che continuano a uscire e incontrarsi solo perché non vogliono stare in casa. Detto ciò dormo che sono stanchissima, domani mi aspetterà una giornatona.        Buona notte☺                   

Emy, ID

                                                                                                                       Lunedì, 20 Aprile

Ed è ricominciata altra settimana uguale alle precedenti per quanto mi riguarda. Video-lezioni, compiti, playstation e quattro chiacchiere con gli amici, TV e letto. Oggi, per la prima volta, sono stato interrogato in geografia su Gmeet: che agitazione! Ma è andata bene ho preso 8-. Per il resto, sempre e sempre le stesse cose; la mia vita in questo periodo è una noia pazzesca. Oggi, però, alcune attività lavorative (poche) sono riprese, con tutte le precauzioni possibili, e quindi si comincia piano piano a tornare ad una normalità. La scuola ancora chiusa, sembra che si ritornerà a Settembre e un po’ mi dispiace non rivedere e salutare i miei compagni e insegnanti di persona, lo faremo sicuramente via PC!

                                                                                                                        Sabato,  25 Aprile

Oggi è stata la festa nazionale della liberazione dell’Italia dai tedeschi, avvenuta alla fine della seconda guerra mondiale! Me lo ricordo bene questo argomento perché è stato oggetto del mio esame di terza media lo scorso anno. Oggi, però, l’Italia non è libera perché questo virus impedisce la nostra libertà. Tutto il paese è ancora chiuso in casa per debellarlo. Il pericolo non è da sottovalutare: sta facendo una strage di morti pazzesca in tutto il mondo. Ma ce la faremo e torneremo più forti di prima, ne sono sicuro.

                                                                                                                     Venerdì, 1 Maggio

Oggi è stata la festa dei lavoratori, lavoratori che sono a casa, molti in cassa integrazione, molti che possono aver perso il posto di lavoro a causa di questo maledetto virus. Io non sono ancora un lavoratore, il mio “lavoro” è studiare, imparare per il mio futuro, ma alla fine sempre lavoro è, no?! Quindi in fondo in fondo la posso considerare anche la mia festa!

                                                                                                                   Mercoledì, 6 Maggio

Oggi guardavo fuori dalla finestra, ho visto molta gente in giro e devo dire tutti bravi perché avevano la mascherina e guanti, come richiesto dal nostro governatore. Si comincia a riprendere in mano la vita, anche se leggermente diversa da prima, ma sicuramente più vita rispetto a quella della clausura. Comunque anche oggi ho fatto le videolezioni, i compiti, ho giocato alla playstation con i miei amici, ho guardato la TV e sono andato a letto. Queste stesse cose che facevo nel periodo di clausura con tristezza, ora le sto facendo con molta allegria e speranza.

                                                                                                             Sabato, 9 Maggio

Sabato terminato. Oggi sono finalmente uscito di casa e sono andato sulla pista ciclabile con mascherina e guanti a fare quattro chiacchiere con i miei amici. Non mi sembrava vero di poterli rivedere. Siamo rimasti sempre lontani ma ci siamo visti, abbiamo riso e scherzato. Oggi giornata bellissima.

NICOLAS, ID

                                                                            Domenica,  10 maggio

Caro diario,

oggi è domenica, la festa della mamma, e mi sento piuttosto felice. Mi sono svegliata abbastanza presto e sono subito corsa ad abbracciare mia mamma e a ringraziarla per ciò che fa per me ogni giorno. Il mio significato di felicità? Stare con le persone che amo, la mia famiglia, i miei amici, ma io ho un debole per le mamme, perché secondo me sono loro le vere guerriere: le mamme che ogni giorno combattono per poter dare il meglio ai propri figli, quelle stesse mamme che si fanno le notti in bianco perché i bambini continuano a piangere, le mamme che fin dal giorno zero hanno fatto di tutto per noi, per vederci felici. 

Crescendo ho capito che gli occhi con cui la mamma ti cresce sono bellissimi, è una delle cose più belle da vedere, ma se si riesce a far rattristare gli occhi di una mamma, vuol proprio dire che le si è dato un grosso dispiacere.

Ikram, ID

                                                                                                              Venerdì, 22 maggio

Caro Diario, 

oggi dopo molto tempo (1 mese credo) ho di nuovo il telefono e ho fatto pace coi miei genitori. Sono molto felice, ho dovuto rompere rapporti con dei vecchi amici, che però non consideravo più tali, mentre con altri ho rafforzato il legame. Comunque oggi sono anche andata fuori in pizzeria. Molto brutto: tutti a metri di distanza perché ci siamo andati con degli amici dei miei genitori. 

Abbiamo fatto una sorta di scommessa: quando non useremo più le mascherine? Io, per esempio, spero sia verso settembre, ma altri hanno detto addirittura l’anno prossimo, e non all’inizio, ma alla fine …stavo pensando, quindi Natale 2021? Capodanno 2022? Speriamo bene. 

Ora dopo le stupidate che ho fatto, voglio riacquistare la fiducia dei miei…speriamo. Dato che oggi é venerdì, andrò a letto, dopo guarderò un po’ di tv e infine dormirò. 

Grazie di avermi ascoltato e ciao

Anna, ID

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