COSA E’ SUCCESSO IN AFGHANISTAN?

Percorso di educazione civica della classe 4G curato dalla prof.ssa Elisabetta Cioni a partire dalla conferenza della ex Ministra E. Trenta “”LA CRISI IN AFGHANISTAN, CAUSE EFFETTI E PROSPETTIVE”.

Il 15 agosto 2021 siamo tutti stati colti impreparati dagli avvenimenti successi nella capitale dell’Afghanistan, Kabul. I talebani si sono insediati e hanno occupato il Parlamento dello Stato afghano. Tutto è accaduto in meno di una giornata anche se è stato organizzato ben prima, nel maggio dello stesso anno. I talebani sono sempre stati uniti e sono rimasti nascosti fino a che gli americani e tutte le forze unite della NATO non hanno abbandonato il luogo (termine della missione “Combat”) in vista delle elezioni del Presidente afghano. Dopo 20 anni di protezione, ora l’Afghanistan si trova senza difese, lasciato alle sue sole forze: i militari afghani nonostante gli addestramenti ricevuti dalle truppe statunitensi non sono stati in grado di contrastare questo insediamento così violento da parte dei talebani, i cosiddetti studenti del corano. In poco tempo è salito il panico: l’unico modo di salvarsi era scappare, come ha fatto Ashraf Ghani, allora presidente afghano, ora sostituito da Amrullah Saleh. E’ terminato il periodo della Repubblica Islamica dell’Afghanistan iniziata nel 2004 e i talebani hanno instaurato un Emirato Islamico in Afghanistan, come è accaduto nel periodo precedente alla repubblica dal 1996 al 2001. Nel 2001 anno in cui è avvenuto l’attacco alle Torri Gemelle il suolo afghano è stato occupato dagli Stati Uniti con lo scopo di difendere il popolo afghano oltre a dar vita ad un nuovo governo. La promessa è stata mantenuta, perché in questo periodo si è avuto un incredibile miglioramento dell’istruzione, in particolare per le donne che allora non avevano i diritti per potersi iscrivere in nessuna scuola (dallo 0% nel 2001 al l’85% nel 2012) oltre a molti altri limiti imposti dal potere talebano per l’intera popolazione afghana. Nel 2012 è celebre un particolare avvenimento, quello di Malala Yousafzai, attivista e giovane studentessa presso Mingora, una piccola cittadina del Pakistan: altra parte del mondo dove le donne non vengono riconosciute come tali. Malala era conosciuta per il suo blog che ha aperto all’età di tredici anni dove denunciava il regime dei talebani pakistani, ostili ai diritti delle donne. Un giorno salendo sullo scuolabus un militante estremista le ha sparato un colpo di pistola alla testa, fortunatamente non fatale: viene operata nel Regno Unito in un ospedale a Birmingham che si è offerto di curare la ragazza. Dopo essersi ripresa, nel luglio del 2013, Malala ha tenuto un forte discorso all’Onu lanciando un appello per il diritto all’istruzione dei bambini di tutto il mondo e lo stesso anno all’età di soli sedici anni è stata la più giovane candidata al premio Nobel per la pace (una delle citazioni più famose di Malala dice: “Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo”).

Malala Yousafzai Meets Secretary-General

Malala Yousafzai, global advocate for girls’ education and the youngest-ever Nobel Peace Prize laureate, seen waiting to meet with Secretary-General António Guterres ahead of her designation as a United Nations Messenger of Peace with a special focus on girls’ education.
 
UN Photo/Eskinder Debebe 10 April 2017 United Nations, New York

Con la presa di Kabul siamo costretti ad assistere ad un ritorno al passato che vede negati i diritti delle donne, ora costrette ad indossare il ‘burqa blu’ che lascia loro scoperti solo gli occhi, il terrore della guerra e uno stato senza alcun tipo di ordine giuridico comandato nuovamente dai talebani.  

Sorra Klevis 4G          

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