“Caro signore… qui s’impone un rigoroso regime di vita…”

Ormai sono anni

Ormai sono anni che soffro della malattia dell’obesità, peso circa 200 kg e ho diciassette anni. La vita mi fa schifo, non posso vedere quei pochi amici che ho e neanche praticare uno sport, perché il mio corpo me lo impedisce.
Diverse volte ho fatto delle visite, i medici devono venire sempre a casa mia, perché per portarmi da loro ci vorrebbe come minimo una gru.
Noi obesi siamo diversi dagli altri malati, perché nonostante le condizioni del nostro corpo, riusciamo a fare a meno del cibo.
I medici ci danno delle diete, ci aiutano moralmente ma mai, mai che un medico dopo un’accurata visita mi dica: «Caro signore, mi dispiace, non andiamo niente bene. Se lei continua così, scusi la sincerità, ma le do pochi mesi di vita.
Perciò è un mio dovere parlare chiaro. Qui si impone un rigoroso regime di vita».*

Non mi è mai successo, ormai le mie visite sembrano un dejà-vu, ossia sempre uguali.
Lo dico per dare un consiglio a tutti di avere molta attenzione per la propria salute quindi a cosa si assume.
E mai e poi mai abbattersi. E cercare sempre di migliorarsi.

Klevin Leba 1H, 2021/22

*Brano del laboratorio di scrittura della 1H ispirato dal brano iniziale tratto da Dino Buzzati, Il medico ideale, in Siamo spiacenti di, Milano, Mondadori, 19751 , 1999, p. 147.

Il mio incubo

Mai, mai che un medico dopo una accurata visita ci dica: “Caro signore, mi dispiace, non andiamo molto bene. Se lei continua così, scusi la sincerità, ma le do pochi mesi di vita. Perciò è mio dovere parlarle chiaro. Qui si impone un rigoroso regime di vita.* Queste sono state le parole che il medico mi rivolse qualche giorno fa alla fine della visita. Soffro di un disturbo alimentare chiamato anoressia, ci convivo da tanto tempo. Solo che sta prendendo il sopravvento, infatti peggioro e basta. Se continuo così tra qualche mese sarò in una tomba. Per migliorare dovrei mangiare almeno due volte al giorno e prendere una medicina che aumenta lo stimolo della fame. Purtroppo, faccio fatica a mangiare, anche solo una volta al giorno, pure consumando la medicina consigliata dal medico. Anche solo con un’insalata già non riesco più a toccare cibo.

Tutto iniziò quando avevo dodici anni ed ero alle medie. Mi vedevo grasso, ma non feci mai niente per dimagrire. Purtroppo però mi prendevano in giro per il mio aspetto fisico e al posto di dirlo a qualcuno rimasi zitto. Non ho mai provato a dimagrire seguendo una dieta e ho puntato a smettere di assumere alcuni pasti. 

I miei genitori mi costringevano a mangiare per il mio bene, solo che dopo il pasto andavo in bagno e sforzavo il vomito per far uscire ciò che avevo ingerito. Vedendo che dimagrivo continuai a farlo. Dopo qualche anno notai che il fatto di non mangiare molto aveva comportato conseguenze negative. Da quel momento iniziai ad essere sottoposto a dei controlli.

Ora anche se non voglio dimagrire faccio fatica a mangiare per il trauma passato. I miei genitori provano ad aiutarmi, però avendo un’età avanzata non riescono a gestirmi. 

Sto provando a mangiare di più e per non vomitare esco con i miei amici, così mi tengono sotto controllo.

Nonostante gli sforzi che sto facendo, il medico mi dice sempre che non miglioro. Vedendo la mia situazione il medico decise che per un mese sarei rimasto in ospedale e sarei stato sorvegliato. 

Dopo questo mese sono migliorato ma non sono nelle condizioni migliori, anche se sto cercando di fare del mio meglio. Questo è il racconto della mia storia, spero di essere d’aiuto e che nessuno commetta il mio stesso errore.

A. P. 1H, 2021/22

*Brano del laboratorio di scrittura della 1H ispirato dal brano iniziale tratto da Dino Buzzati, Il medico ideale, in Siamo spiacenti di, Milano, Mondadori, 19751, 1999, p. 147.

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