In occasione del Convegno “Spettri di famiglia”, organizzato dalla Fondazione Famiglie per la Famiglia il 25 e 26 ottobre, le classi 5C e 5G del nostro istituto hanno partecipato a un’attività presso Casa di Deborah, a Verona, in via Mura Gallieno. Gli studenti sono stati coinvolti nell’esprimere, in forma anonima, quelle che possono essere le difficoltà che si incontrano all’interno della famiglia, difficoltà che sono state successivamente rappresentate attraverso un disegno.
Il risultato di questa attività verrà presentato come uno dei contributi al Convegno, offrendo un’opportunità di discussione tra psicologi, educatori e psichiatri che parteciperanno all’evento.
Di seguito, le riflessioni di una studentessa della classe 5G.
Lunedì 14 ottobre è stata una giornata di riflessione e crescita personale, un’esperienza capace di lasciare un’impronta significativa. Siamo stati accolti da Francesco e Marta, educatore e psicologa, che ci hanno introdotto una problematica che colpisce numerosi giovani al giorno d’oggi: i problemi in famiglia, le possibili cause e le divergenze che possono sorgere all’interno del nucleo familiare. L’approccio è stato tutt’altro che invadente o superficiale, bensì diplomatico ed empatico. Ci è stato poi chiesto quali fossero, secondo noi, le principali cause di questi squilibri familiari, e ne sono emerse tre:
- La mancanza di comunicazione;
- Le difficoltà economiche, che possono influenzare il comportamento dei genitori nei confronti dei figli;
- L’assenza di fiducia.
Francesco e Marta, che ho ammirato molto, si sono soffermati su questi aspetti. Successivamente, divisi in tre gruppi, ci è stato chiesto di rappresentare una delle tematiche attraverso un disegno su tela. Il mio gruppo aveva come tematica la comunicazione, e abbiamo deciso di rappresentare tale mancanza con due figure, una più grande e una più piccola (rappresentanti rispettivamente il genitore e il figlio), separate da una parete che simboleggiava l’incapacità di trasmettere il proprio messaggio, la propria opinione o idea all’altro. Sono molto soddisfatta del risultato, soprattutto considerando il poco tempo che avevamo a disposizione.
Terminato il disegno, tutti i gruppi si sono riuniti nella sala comune, dove Francesco e Marta hanno cercato di interpretare i quadri, offrendo una lettura delle tematiche affrontate. Questa attività mi ha lasciato un ricordo positivo e, soprattutto, un importante insegnamento: avere la possibilità di parlare apertamente dei problemi che ci affliggono è un’esperienza liberatoria, e ritengo che poter beneficiare di queste opportunità sia un privilegio che, purtroppo, non tutti hanno.
Proprio per questo nasce il progetto di Casa di Deborah: una struttura dedicata a sostenere adolescenti che vivono situazioni difficili e che non hanno un posto che possano davvero chiamare “casa”. Attraverso attività artistiche, musicali e letterarie, questi ragazzi possono vivere in un ambiente sano ed educativo, che offre loro la possibilità di crescere e migliorarsi nel tempo. Alexandra Dervisan
Referente d’istituto per la Casa di Deborah prof.ssa Elisabetta Cioni