FOOD TECH, STARTUP CHE STANNO CAMBIANDO IL BUSINESS DEL CIBO

Le startup innovative sono una forma societaria piuttosto diffusa tra i giovani, perché hanno dei costi ridotti e dei notevoli vantaggi. Al momento della costituzione di una startup è necessario iscrivere la società nella sezione speciale del Registro delle Imprese, tale pratica può essere svolta online senza la presenza del notaio. Tuttavia, sono vincolate da uno specifico oggetto sociale, il quale deve essere innovativo e ad alto valore tecnologico, e da un fatturato annuo che deve essere inferiore a cinque milioni di euro. Inoltre, devono anche rispettare almeno uno dei seguenti requisiti soggettivi: sostenere spese in R&S e innovazione pari al 15% del maggiore valore tra fatturato e costo della produzione oppure impiegare personale altamente qualificato o in alternativa essere titolarie di un brevetto o un software registrato.

Durante il 2020 il settore del food tech ha investito 17 miliardi di dollari a livello mondiale; in particolare in Italia tra le startup di Smart Agrifood più finanziate vi sono Foorban, che fornisce piatti pronti, XNext, che monitora la qualità del cibo tramite la tecnologia a raggi X e VINO 75, l’enoteca online. Seguono la stessa tendenza di crescita anche le startup di food delivery, a confermarlo è il tasso di crescita del 56% nel 2019. Infine, Cortilia, NutriBees e FeatFood spiccano tra le startup dedicate al cibo biologico, vegano e vegetariano.

XNext è una start up milanese nata per monitorare la qualità del cibo, infatti attraverso la tecnologia spettroscopica identifica in tempo reale le caratteristiche chimico-fisiche dei vari alimenti. XNext non utilizza i raggi X solo per analizzare gli alimenti, ma anche i bagagli in aeroporto, la differenziazione dei rifiuti e la qualità dei farmaci. La missione della startup è diventare uno dei player mondiali per la fornitura di sistemi innovativi che hanno come base la tecnologia spettroscopica, inoltre ha l’obiettivo di potenziare il suo business nel settore dei controlli e in quello farmacologico. L’iniziativa è stata riconosciuta con il premio Innovator nel 2019 e con un progetto della Commissione Europea da 3,3 milioni di euro.

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Alexandra Marinescu 4E

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