Lettera aperta di un maturando

Venerdì 9 giugno 2023 

Che strano questo momento: fra un mese avremo tutti un pezzo di carta in tasca e ci saremo lasciati alle spalle le superiori. A quest’ora il mese scorso, desideravamo solo che maggio finisse e che portasse via con sé le ultime verifiche, le ultime interrogazioni, le ultime lezioni. Ed invece eccoci qui, all’ultimo giorno delle scuole superiori seduti tra i banchi che ne hanno viste di ogni… Questa volta con la consapevolezza che è finito un percorso, un traguardo che sembrava tanto lontano e che invece è arrivato forse troppo in fretta, sarebbe bello se tutto si fermasse, se si potessero rivivere questi anni trascorsi insieme pieni di momenti di paura, rabbia, divertimento, nostalgia, felicità e a volte confusione. 

Non sarà facile immaginare come, da qui ad un mese, le nostre vite cambieranno, la sveglia suonerà lo stesso, usciremo di casa, ma non ci ritroveremo tutti insieme. Ognuno di noi prenderà una strada diversa, qualcuno a quest’ora starà raggiungendo il posto di lavoro, qualcuno in viaggio in qualche paese, qualcuno in treno per andare all’università e quelli più fortunati saranno ancora sotto le coperte. 

Nuove abitudini, nuovi orari, nuove persone, nuovi luoghi determineranno l’inizio di una nuova vita per ciascuno di noi. Una vita che richiederà maggiori responsabilità, più intraprendenza e più competitività, ed è proprio vero: non ti accorgi di quanto qualcosa sia davvero importante se non prima di perderla. E allora pensi a quante volte prima di realizzarlo, ti è stato detto da quelli che ci erano già passati di goderti gli anni della scuola, e per un istante, vorresti veramente che tutto si fermasse, tornasse indietro e, stavolta, fare le cose per bene. Vorresti fare tesoro di ogni parola, spiegazione e magari studiare di più, vorresti che le cose fossero andate meglio e un po’ ti maledici per aver desiderato che il tempo scorresse più veloce, che suonasse la campanella della ricreazione, quella del venerdì oppure che arrivassero le vacanze.

Ti rendi conto che stai trascorrendo gli anni migliori della tua vita quando realizzi che alcune esperienze, ambienti e persone non torneranno mai più indietro, e non ti resta altro che rivivere il ricordo in una parte remota della mente. Ti rendi conto quando ti accorgi che a settembre la scuola non inizierà per te e per i tuoi compagni e che l’estate non sarà più fatta tanto di divertimento. Ti rendi conto solamente alla fine, quando la malinconia ti attanaglia il cuore, quando trattieni le lacrime, quando sorridi ripensando alle esperienze e quando inizi a goderti ogni singolo secondo che trascorri con i tuoi compagni e professori. Ti rendi conto quando inizi a realizzare che i tuoi compagni e i tuoi professori sono stati una seconda casa, una seconda famiglia in cui si è cresciuti insieme. Inizi a sentire quel senso di mancanza, ancor prima che sia effettivamente finita, e tra un sospiro e l’altro, gli ultimi attimi sono fatti più di sguardi e di sorrisi che di parole. Un sorriso per avercela fatta, per essere arrivati fino in fondo, un sorriso che racchiude tutti i momenti passati, ma che nasconde tristezza e paura. 

La paura che il meglio sia passato e che forse non ci si rivede più, la tristezza di non sentire più i compagni chiedere i panini, la tristezza di non sentire più i dibattiti in classe, la tristezza di non sentire più i rimproveri dei docenti. Quando eravamo entrati per la prima volta a scuola, sicuramente eravamo tutti terrorizzati all’idea di trovarci in una realtà così nuova, così diversa, mentre ora, che siamo a tanto così dall’attraversare quella porta per l’ultima volta, proviamo, secondo me, uno spavento decisamente differente, quel mondo che a quattordici anni ci spaventava tanto, alla soglia dei diciannove è diventato casa nostra. 

Grazie per non essere stati di passaggio o una semplice fermata di scalo di un lungo viaggio. Grazie, perché siete stati vita, pura e totalizzante, travolgenti e impetuosi; grazie a voi, al vostro sostegno e ai vostri consigli sono riuscito a rappresentare un intero istituto in modo più attivo, perché con voi sono potuto essere me stesso, senza maschere e sovrastrutture. Sono certo che questo viaggio è stato possibile solo con voi e non riuscirei ad immaginarlo con nessun’altra classe. 

Grazie a tutti i professori che con il tempo hanno imparato a volerci bene, ci hanno spronati costantemente alla riflessione, mai statica, sempre dinamica, sul tempo della storia, sulla politica, sulla vita invitandoci a partecipare attivamente e pienamente all’interno della società. Grazie a tutte quelle persone, che in questi anni, hanno condiviso del tempo con me e mi hanno fatto affezionare a questa scuola. 

Questi cinque anni vivranno per sempre dentro di noi!  Che la vita vi riservi tutto ciò che desiderate.

Il vostro Stepa.

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