Se quel giorno ti avessi incontrato

È un romanzo scritto da Gianpaolo Trevisi, intervenuto a scuola mercoledì 8 novembre. Il libro racconta la storia di una ragazza, Anna, che nasconde “il grigio” (se dovesse essere diagnosticato sarebbe la depressione) alle persone che ha vicino, un grigio che le fa ricordare come tutto possa svanire in un attimo.

Ebbene, Anna incontra un fantastico ragazzo, Davide (che si chiama, guarda caso, come il figlio dell’autore),  un poliziotto con un passato non troppo semplice, ma che comunque affronta la vita a testa alta e sorridendo. I due si incontrano sul treno, come accade a molte persone, e cominciano a parlare, ma non si scambiano i nomi, non si scambiano i numeri di telefono. Anzi, all’inizio provano a indovinarli, i loro  nomi: per Davide lei si chiama Chiara, quasi in opposizione a quel grigio che nasconde, e lui per lei si chiama Antoine, come l’autore del Piccolo principe, libro che lei stava leggendo sul treno al momento del loro primo incontro.

Ogni mattina i due si rivedono e ogni mattina c’è qualcosa che si riaccende nei loro cuori, ma se lo comunicano in modo particolare: Anna prende una pagina della sua agenda e la butta sotto il treno; mentre Davide scrive su un angolo della stazione una lettera ogni giorno che passa. Gli incontri continuano e la frase che il ragazzo sta componendo in quella maniera strana prende forma: “Non ti perdere” è ciò che scrive lui alla stazione; cosa che, però, Anna purtroppo non farà:  si perderà e i due non si troveranno più su quel treno. Il “grigio” avrà vinto. 

Mi sono chiesta: e se quel giorno, quando Anna ha preso la decisione di farsi travolgere, Davide fosse stato lì con lei, ad aiutarla.. sarebbe cambiata la storia? Sarebbe cambiato il finale? E se invece di innamorarsi alla maniera di una volta, senza i mezzi di oggi,  si fossero scambiati i numeri di telefono, se avessero parlato anche attraverso il cellulare, Davide avrebbe potuto soccorrerla in qualche modo e prevenire l’irreparabile?

Questo ci fa pensare a come un solo affettuoso messaggio WA ci possa aiutare;  ma, nello stesso tempo, a quanto siamo legati al cellulare, che ci coinvolge al punto che, certe volte, quando lo guardiamo, neanche ci accorgiamo di chi ci passa accanto e magari perdiamo così l’inizio di quella che sarebbe potuta diventare una fantastica storia d’amore. Niente sarebbe  sbocciato, infatti, tra i due protagonisti,  se, invece di cominciare a parlare, fossero rimasti a guardare uno schermo. 

Gianpaolo Trevisi é il direttore della scuola di polizia di Peschiera del Garda e quindi ha conosciuto e lavorato a contatto con molte donne vittime di violenza,  che nei loro periodi di grande fragilità (come quella della protagonista), hanno però trovato il coraggio di denunciare quanto subito o che presto avrebbero potuto subire, per non fare una brutta fine e poter ricominciare a vivere felici e tranquille. Il suo intervento é stato profondo e formativo, anche se il libro non affronta specificatamente la tematica dei femminicidi che la giornata del 25 novembre si impegna ad eliminare, sensibilizzando le donne, in particolare quelle più giovani, a trovare il coraggio di fuggire il prima possibile da relazioni tossiche e di denunciare le sopraffazioni; e gli uomini a provare disgusto per modalità di possesso geloso, che li porterebbero a compiere gesti ignobili. 

Anna Di Fazio, VB

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