Se esistono fiducia e rispetto alla pari, si può amare

Andrea Cappellano nel XII secolo ha fissato i precetti dell’amor cortese.

I. Per ragioni di matrimonio non è giusto rinunciare all’amore.
II. Chi non è geloso non può amare.
III. Nessuno può legarsi in doppio amore. Non manifestare il tuo amore a più d’uno/a.
VII. Non turbare consciamente l’amore altrui, che è perfetto in se stesso.
IX. Nessuno può amare se non lo spinge amore.
X. Evita l’avarizia, l’avidità e sii generoso/a.
XI. Evita in tutti i modi di dire bugie.
XIII. L’amore divulgato raramente dura. Non diffondere dicerie sugli amanti.
XIV. Il facile possesso svilisce l’amore, il difficile lo fa prezioso.
XVIII. Sii cortese e gentile in tutte le cose: solo la gentilezza rende le creature degne d’amore.
XX. L’amoroso è sempre timoroso.
XXIII. Quando si sospetta dell’amante, nasce gelosia e desiderio d’amore.
XXV. Il vero amante crede che nulla è bello se non piace al suo amante.
XXX. Il vero amante è legato senza posa all’immagine dell’altro.

da Andrea Cappellano, De amore (1184-1186)

I ragazzi del Lorgna Pindemonte ne hanno commentati alcuni

II. Precetto Chi non è geloso non può amare

Questo precetto significa che, in una relazione amorosa, se non è presente quel fastidio psicologico che si prova nei confronti dell’ altro/a, quando lo/la si vede parlare, ridere, insomma star bene con qualcuno che non siamo noi, ebbene significa che manca qualcosa di essenziale. E’ come se la gelosia fosse la prova dell’amore. Io mi sono chiesto molte volte se fosse giusto o sbagliato un sentimento del genere. Nella mia vita non ho mai avuto relazioni importanti, però ho notato in altre coppie come la gelosia abbia il potere di rovinare tutto, perché uno/a è tanto possessivo/a e l’altro/a dopo un po’ trova la situazione particolarmente pesante. Questa pesantezza, di cui tante persone parlano, in svariati casi dipende dal fatto che chi è geloso non si sente all’altezza e ha paura di perdere qualcuno che reputa importante nella sua vita. Significa che ci sono delle insicurezze di fondo, oppure che nascono proprio durante la relazione. Bisognerebbe instaurare da subito un legame sano, sincero e alla pari, perché mai si dovrebbe sentire la frase: “Tu fai come dico io” in un rapporto, mai si dovrebbe vietare al partner di vivere liberamente. L’unica cosa che deve esistere è la fiducia e anche il rispetto reciproci. Solo così vuol dire che c’è vero amore da entrambe le parti. In conclusione per me il vero precetto non è “chi non è geloso non può amare”, ma “se esistono fiducia e rispetto alla pari, si può amare”. S. M.

L’amore spinge a provare forti emozioni, a volere il meglio per l’altra persona e ci fa sentire uniti, non solo fisicamente, ma anche mentalmente. Purtroppo spinge anche a provare gelosia che, secondo me, è normale che si provi in una relazione, ma solo fino a quando  è controllata e moderata. Io mi sono fidanzata e quindi sto creando un forte legame con un ragazzo, ma entrambi possiamo uscire con i nostri rispettivi amici perché ognuno ha le proprie esperienze e abitudini da rispettare. E’ importante che la gelosia non diventi possessiva, perché se succede la relazione non è più sana. Mi è capitato di provare gelosia. Quando mi succede mi innervosisco e mi sorgono mille dubbi e paure: temo che il mio ragazzo possa trovare una migliore di me o che veda in altre ciò che non vede in me. A pensarci bene, dunque, questo sentimento può essere di stimolo per migliorarmi. In conclusione la gelosia moderata dimostra quanto una persona ci tenga a te, ti voglia nei suoi giorni. Z. E.

IX. Precetto. Nessuno può amare se non lo spinge amore.

Pur avendo solo 16 anni posso dire di aver già conosciuto il vero amore, un sentimento così naturale e puro che, nonostante in età adolescenziale venga spesso sottovalutato, è capace di donare emozioni uniche, che possono essere vissute poche volte nella vita. Gli adulti vanno di solito alla ricerca della cosiddetta “anima gemella” con cui potersi costruire una famiglia stabile e poter mettere al mondo dei figli, perciò valutano più requisiti come, per esempio, trovare un marito che abbia voglia di lavorare. L’amore dei giovani, invece, è un sentimento talmente puro che neanche gli interessati sanno dire perché il loro cuore abbia scelto proprio quella persona. Le mie amiche, per esempio, mi dicevano spesso che il mio ragazzo era brutto e che meritavo di meglio, mentre lui, ai miei occhi, appariva il più bello tra tutti. La prima cosa che mi aveva colpito era il suo essere se stesso: riusciva a farmi tornare il sorriso anche nei momenti più bui. Adesso non saprei dire se anche da parte sua ci fosse un sentimento così profondo, non so neanche se sono stata capace di trasmettergli ciò che provavo dentro di me. Senz’altro non mi vedeva perfetta come facevo io: infatti, 9 mesi fa, dopo 4 mesi di relazione, ci siamo lasciati e con poche spiegazioni, senza che lui rispondesse alle domande che mi tormentavano da giorni, ma senza nemmeno dirci mai la parola “addio”. Io sento di amarlo ancora. Non avrei mai voluto che tra noi finisse in quel modo, ma mi rendo anche conto che, come afferma Andrea Cappellano nel suo IX precetto dell’amor cortese “nessuno può amare se non lo spinge amore”. Non avrei mai potuto obbligarlo a rimanere se il suo desiderio era quello di andarsene. Non si può amare fingendo e anche se tutto ciò ha lasciato in me un vuoto incolmabile e un dolore  immenso, ho preferito che tra noi due finisse piuttosto che rimanessimo in una relazione in cui ero solo io ad amare veramente. Così custodisco gelosamente il ricordo di ciò che eravamo perché in fondo entrambi desideravamo un finale diverso. C. M.

Penso che ogni persona debba avere il diritto di amare e sentirsi libera di farlo. In molti paesi esistono ancora i matrimoni combinati dai familiari, che scelgono la persona che affiancherà il/la proprio/a figlio/a per il resto della vita. Questo non è un modo per arrivare all’amore vero, ma per forzare un amore che, tante, tantissime volte, non esiste. Io sono giovane, ma posso dire con certezza di essere innamorato, di chi sta al mio fianco da ormai 9 mesi: la sua felicità è la mia. T. L.

XI. Precetto. Evita in tutti i modi di dire bugie

Durante la mia infanzia i miei genitori cercavano il più possibile di non dire bugie, né ai miei fratelli né a me. A loro importava maggiormente che noi imparassimo dalla realtà dei fatti, piuttosto di vivere una vita di menzogne, raccontate per non provare dolore. Questo è ciò che mi ha aiutato veramente nelle relazioni sentimentali a capire che se una persona mi mente spesso, non fa per me e che il tempo che le dedico è tempo perso. Crescendo, però, ho capito che per quanto uno eviti di mentire, ci saranno sicuramente momenti in cui lo farà, anche con chi ama, per paura della sua reazione o perché non vuole deluderne le aspettative. Pure io ho detto bugie a persone care, ma so che non c’è mai stata intenzione di ferirle e soprattutto che non ho mentito su un argomento importante e grave. Ciò che aggrava una menzogna è non ammettere la verità dopo che è stata scoperta. E’ capitato più volte che dopo essermi confrontata con chi mi aveva mentito, questi provasse a farmi credere che si trattasse di una impressione nella mia testa, che me lo stessi inventando. Le bugie rovinano le relazioni, amori che sarebbero stati perfetti, però fanno anche capire chi veramente ti vuole bene. G. S.

Non dire bugie! Ce lo ripetono da quando eravamo piccoli, ma cosa vuol dire? Significa tradire? Omettere dettagli, o nascondere degli eventi, è mentire? Una bugia detta a fin di bene è davvero sbagliata? Dalla mia esperienza la peggiore bugia è quella che diciamo a noi stessi: farlo non porta mai a niente di buono; ma come si può mentire alla persona che si ama rischiando di cancellare tutto ciò che si è creato con pazienza e costanza? Se stai davvero bene come dici, com’è possibile che non riesci a trovare il coraggio di raccontarmi cosa ti è successo? Tutti possono sbagliare, ma poi nasconderlo, invece di assumersene le conseguenze, è da vigliacchi. Era per non farmi soffrire? Questo è il genere di giustificazioni che mi è stato detto più spesso, ma non ha migliorato la situazione.  Era per paura di come avrei potuto reagire? Mi devo sentire in colpa io? Sono forse una persona cattiva? Per queste bugie ho finito per aver molta meno fiducia nel mio ragazzo e convincermi anche di essere una persona sbagliata, tra ansie e paranoie. Perché chi mente usa l’altro/a, lo fa diventare un oggetto e non c’è sensazione più umiliante. M. C.

XIII. Precetto. L’amore divulgato raramente dura. Non diffondere dicerie sugli amanti.

Questo precetto vuol far capire come un amore “pubblico” possa essere più difficile da vivere e da portare avanti rispetto a uno “privato”. Si possono iniziare a mettere in mezzo persone che non c’entrano nulla, che non sanno nulla di quello che succede nella coppia, ma che comunque divulgano dicerie a cui poi tanti iniziano a credere, perché purtroppo in questo mondo le bugie corrono più veloci della verità; e, quel che è peggio, gli stessi amanti possono venire influenzati da queste voci e non distinguere più ciò che è vero da ciò che non lo è. Personalmente mi ci rivedo molto, dopo aver vissuto la fine di una relazione di poco più di un anno per colpa di gente esterna. Stavo con una ragazza che, per privacy, chiameremo Molly. All’inizio non litigavamo mai, ci vedevamo praticamente ogni giorno e non riuscivamo a stare l’uno senza l’altra. Poi un giorno decidemmo di ufficializzare la cosa: io la presentai ai miei amici e alla mia famiglia e lei fece lo stesso. Tutti ci dicevano che eravamo una bellissima coppia e che eravamo fatti per stare insieme; ma dopo un po’ di tempo iniziarono a girare voci su dei tradimenti da parte sua. Ovviamente le chiesi spiegazioni, ma Molly mi disse che non era vero. Io ero innamorato e mi fidavo, quindi lasciai che queste voci circolassero perché ero convinto che non avessero importanza. Andando avanti, però, la relazione iniziò a peggiorare. Molly mi impediva di fare determinate cose, vedere amici, amiche, e io, pur di non litigare con lei e rischiare di perderla, la ascoltavo. Quello stava diventando un amore tossico, soprattutto perché non me ne rendevo conto e quando i miei amici tentavano di farmelo capire io la difendevo e cercavo sempre di giustificarla. Cercavo anche in tutti i modi di non litigare con lei e di tenere in piedi la nostra relazione, ma stava diventando impossibile: Molly riversava tutto il suo nervosismo e la sua rabbia, per le altre mille cose che le accadevano nella giornata, su di me, che nel frattempo non avevo più libertà. Alla fine decisi di ribellarmi, di ricominciare a fare quello che volevo, vedere amici e amiche e neanche potete immaginare che litigi venivano fuori ogni volta. La cosa migliore sarebbe stata lasciarla, ma l’idea di farlo mi terrorizzava. Una sera decisi di andare in discoteca con tutti i miei amici. Molly si arrabbiò molto, ma poi accettò la cosa. Forse avrebbe capito, con il tempo, che avevamo bisogno di maggior libertà. Dopo qualche giorno, però, le famose “voci” iniziarono a dire che quella sera in discoteca l’avevo tradita. Lei, a differenza mia, le ascoltò e credette ai suoi amici che le suggerivano di lasciarmi. Infatti fu esattamente quello che avvenne. Non so neanche adesso descrivere quanto ci rimasi male. Dopo tutto questo tempo sono giunto alla conclusione che, probabilmente, se avessimo tenuto il nostro amore per noi due, sarebbe rimasto puro come all’inizio e le cose sarebbero andate diversamente. M. D.

Il rapporto d’amore proprio per la sua intimità va protetto. Ecco perché non va divulgato a chiunque. Alcune persone esterne alla relazione possono provare gelosia, invidia e frustrazione nei confronti di chi si ama e, per colmare il loro stato di insoddisfazione, tendere a intromettersi e sabotare il rapporto altrui. Ho vissuto sulla mia pelle gli effetti della divulgazione dell’amore e molto spesso vedo gente di ogni età separarsi per colpa di soggetti esterni. Grazie ai social è possibile conoscere molto anche di chi non si conosce per niente, quindi esplicitare su Instagram la propria relazione rappresenta un rischio da non sottovalutare. Nonostante io sia giovane, credo di aver sperimentato l’amore, ma lo sbaglio che ho commesso inconsciamente fu di divulgarlo non solo ad amici, ma anche a chi non voleva il mio bene. Detto ciò, non credo che l’amore vada nascosto o tenuto segreto, perché chi si ama dovrebbe essere libero di dimostrarlo, ad esempio col matrimonio; ma penso che soprattutto in età adolescenziale sia giusto prestare attenzione a come lo si divulga per evitare brutte esperienze. T. D.

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