Le parole dell’attualità


Al via la nuova rubrica settimanale della 3E “Le parole dell’attualità”. Seguiteci per rimanere informati!

L’autonomia differenziata è il riconoscimento da parte della Repubblica, della particolarità di un territorio a cui è attribuita in via esclusiva una potestà legislativa
per alcune materie solitamente di competenza esclusiva dello Stato.
Nell’articolo 116, terzo comma, della nostra costituzione si individuano nei rappresentanti politici delle regioni e degli enti locali le persone legittimate a proporre una riforma, evitando di coinvolgere gli elettori nella fase di avvio della proposta. Le regioni Veneto Lombardia ed Emilia-Romagna si sono già attivate per l’autonomia differenziata. In Veneto, il 22 ottobre 2017, si è svolto un referendum consultivo che ha avuto esito positivo e la sua legittimità è stata riconosciuta dalla Corte costituzionale e dal capo dello Stato. Nonostante questo, l’iter che porta all’autonomia è ancora lungo e l’esito non è scontato: molti governatori del Sud hanno alzato un muro sulla proposta di trasferire alcune competenze dello Stato alle regioni.
Le materie in cui si chiede l’autonomia sono le seguenti: organizzazione della giustizia di pace, norme sull’istruzione, tutela dei beni culturali e dell’ambiente
rapporti con l’unione europea, commercio con l’estero, tutela e sicurezza del lavoro, ricerca e innovazione, tutela della salute, protezione di porti e aeroporti, reti nazionali di comunicazione, produzione e trasporto dell’energia, provvidenza, bilanci, finanza pubblica, attività culturali, aziende di credito regionali.
Ovviamente ci sono tesi a favore e contro questo argomento. I contrari sostengono che l’Italia è una Repubblica e non uno Stato federale e che l’autonomia è concessa in base a condizioni particolari che devono però essere dimostrate; con l’autonomia verrebbero a mancare i principii di uguaglianza solidarietà della costituzione e sarebbero sfavorite le regioni con un’economia più povera; aleggia anche la paura delle privatizzazioni delle opere pubbliche.
I favorevoli sostengono che questo sistema spinge le regioni ad assumere comportamenti più virtuosi e nello stesso tempo valorizzare i territori che possono
reinvestire il loro surplus.

Alex Pavoncelli 3E

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