Il nostro futuro è ora

Differenziare i rifiuti, utilizzare prodotti riciclabili, acquistare cibi biologici: sono tutti atteggiamenti che ci fanno sentire ogni tanto più green; ma siamo sicuri sia abbastanza? Recentemente è stato introdotto dal governo il ministero della Transizione Ecologica: un chiaro segno che  nel 2021 lo sviluppo sostenibile non sta procedendo alla velocità che dovrebbe. È risaputo che un cambiamento nelle abitudini di un’intera società richiede decenni, se non secoli, ed è giusto così: l’evoluzione umana è un processo lento e graduale. Ma è anche chiaro che il nostro pianeta non starà di certo ai nostri tempi. Come cambiare allora? Consapevoli del fatto che la nostra generazione sarà quella che un giorno guiderà il mondo di domani, è necessario prima di tutto sapere a cosa stiamo andando incontro. Educare alla sostenibilità significa assumere un’ottica multidisciplinare e globale, che coinvolge il tema della cittadinanza e dei diritti umani, del rispetto dell’ambiente e delle diverse culture, temi affrontati e inseriti nell’Educazione Civica. Dobbiamo cambiare noi giovani e ci deve essere insegnato come fare, ma non significa che il resto del mondo ne debba rimanere fuori. L’informazione è necessaria, ma spesso la consapevolezza non corrisponde alle azioni. Ma la responsabilità non ricade solo su noi cittadini, ma anche su imprese e governi. In una società individualista  c’è poco spazio per la sostenibilità ambientale. In un sondaggio fatto su YouGov un cittadino italiano su due sostiene che sarebbe davvero utile predisporre un incentivo che sproni le persone ad impegnarsi sul versante della protezione ambientale.

Qui  entra in gioco l’intervento dello Stato, a parere mio essenziale. La lentezza dei cambiamenti radicali nelle società è data dalla poca collaborazione:  tutti dovrebbero fare la loro parte, al massimo delle loro capacità. L’idea di una transizione ecologica verso un mondo più green non deve essere vista come una problematica a sé, non riguarda un solo campo di applicazione, ma un’intera transizione che riguarda tutti e tutto. Per questo, il nuovo ministero introdotto nel governo Draghi, non dovrà limitarsi ad affrontare solo problematiche scientifiche e concrete riguardanti la sostenibilità ambientale, ma il campo di applicazione si dovrà estendere anche a tutti gli altri ministeri.  Per quanto una persona sia mossa da buoni propositi, siamo tutti umani e senza regole non possiamo vivere serenamente e civilmente. È di questo quindi che abbiamo bisogno, disciplina e regole se vogliamo tutti sperare di prolungare la nostra esistenza sul pianeta terra il più a lungo possibile. Stiamo decidendo ora per il nostro futuro  e insieme possiamo renderlo migliore. 

Adelaide Bacco 5F

Rassegna a cura della prof.ssa Caterina Eramo

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